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Il Tour Storico/Fotografico delle 11 Chiese di Vico del Gargano

 Vico del Gargano e Le Sue Chiese

Un modo per scoprire il fascino caratteristico del nostro borgo è senza dubbio il lato offerto dalla bellezza artistica dei nostri più importanti monumenti religiosi. Una giornata dedicata a questo lato del borgo riempie artisticamente e nell animo per chi lo vive con un trasporto religioso. Visitarle costa solo una bella passeggiata, non serve macchina e durante il percorso vi imbatterete in tutte le specialità gastronomiche del Paese di Vico del Gargano.


Sono Undici le Chiese di cui vi daremo informazioni storiche e fotografiche, grazie all’aiuto di Pietro Di Stefano ( zagor) che durante la sera dei sepolcri, giovedì 5 aprile, momento in cui le chiese sono accessibili per tutta la notte, ha realizzato questo servizio fotografico dedicato alle chiese di Vico del Gargano .

  • Chiesa del Carmine – Dopo la soppressione del Convento dei Carmelitani, già nella prima metà del Seicento, il convento fu sede dell’ospizio dei padri Roccettini, incamerato dai Borboni di Napoli nel 1782. Questa è costituita da un ambiente mononavato, coperto da volta a botte, e da un altro vano attiguo asimmetrico dove sono esposte le statue dei Misteri, portate in processione il Venerdì Santo. Originale la soluzione strutturale e compositiva della facciata che ingloba la torre companaria e che conserva sul portale il bassorilievo, in pietra, con i tre monti sormontati dalla croce, simbolo della Casa madre tremitense. Numerosi gli interventi di restauro susseguitisi nei secoli.La chiesa è oggi edificio soggetto alle norme di tutela della legge 1089 del 1039 (declaratoria del 22.11.1978).
  • Chiesa Matrice – Sotto il titolo “della Beatissima Vergine Assunta”, la parrocchiale più antica di Vico fu fondata accanto al castello. La semplice facciata dell’edificio, chiusa da un timpano triangolare, è ingentilita da un portale trabeato in pietra viva. Sull’architrave a motivi vegetali, sorretto da due semicolonne, un’iscrizione con la data del 1675. Un’ariosa torre campanaria quadrangolare e una cupola a costoloni sagomano il vertice dell’impianto a fuso d’acropoli della cittadina. A tre navate, la chiesa è provvista di undici altari. Alla metà del Settecento la chiesa viene insignita del titolo di Collegiata e, al tempo della Statistica del Mattei, “vi uffiziano quotidianamente sedici canonici insigniti”

 

  • Chiesa della Misericordia – “Discosto quasi un tiro di schioppo dal convento di S. Domenico, trovasi a fronte di strada pubblica una cappella isolata sotto il titolo della Misericordia”, così è descritta la chiesetta nella Relazione d’apprezzo del feudo di Vico. Già un secolo prima era stata restaurata – ne fa fede la data 1626 scalpellata sul portale, alla sommità di una gradinata, ad opera della Confraternita, che da due anni aveva cura dell’unico altare di S. Maria Misericordiarum seu ad Nives (preziosa la statua lignea). In documenti della metà dell’Ottocento sono riportate le dimensioni: lunga palmi 20, larga e alta palmi 18, che interventi successivi arricchiscono. Tra questi un organo nel 1861 e, nel 1902, un ampliamento con una sopraelevazione della facciata, coronata da un elegante timpano triangolare.
  • Chiesa San Domenico – È ubicata in quella che una volta era la piazza più importante del paese. Il luminoso tempio, a navata centrale con copertuta a botte e navatelle laterali con quattro cappelle a sinistra e tre a destra, per decreto di mons. Eustachio Dentice nel 1818 è diventato parrocchia dei SS. Apostoli Pietro e Paolo. Soppresso nel settembre 1809 e per metà passato allo Stato italiano, il convento è oggi sede del Municipio.
  • Chiesa San Giuseppe – Chiesa nel quartiere Terra o Borgo Vecchio, di grande suggestione e per il suo schema planimetrico, con una navatella laterale che sembra aggrapparsi a quella centrale mediante archetti, e per la presenza dell’artistica statua lignea del Cristo Morto.Un’antica Confraternita, che anche di recente ha meritoriamente provveduto a restauri necessari, nel corso dei quali è venuta in luce una sepoltura che si apre sulla strada, forse quella di un eremita che aveva cura del luogo e degli arredi sacri.

 

  • Chiesa San Marco – È tradizione che per voto la chiesa sia stata costruita da gente de Dalmatia. Nella convenzione stipulata il 23 settembre 1607 tra l’Università della Terra di Vico e l’Università del Casale (un quartiere,fuori le mura, nato per ospitare famiglie slave ed albanesi ivi immigrate), quest’ultima chiede che sia assicurato anche il pagamento del cappellano di S. Marco. La chiesa, extra moenia è con due altari al tempo della Santa Visita dell’Orsini, risale sicuramente al XIV secolo. Lo confermano importanti affreschi, scoperti di recente, l’impianto dell’edificio e la data del 1365 sulla campana custodita nella sacrestia, forse l’originaria campana della chiesa. Nella prima metà del Settecento, agli altari della Madonna delle Grazie e di S. Marco, si era aggiunto quello di S. Giorgio. Attiguo alla chiesa il monastero femminile della Visitazione che, autorizzato da Ferdinando II, rimane attivo solo per i primi decenni dell’Ottocento (sono dieci le religiose nel 1837).
  • Chiesa Santa Maria Pura – È una piccola chiesa appena fuori le mura, sotto l’antica Civita, a guardia di un torrente che da origine all’Asciatizzi. Questa è una delle poche acque perenni del Gargano che dopo aver raccolto molte altre sorgenti sfocia in mare nel comune di Rodi Garganico (in località Molino di Mare). La chiesa è di impianto sei-settecentesco ed è impreziosita all’interno da decorazioni e statue in pietra tenera locale che si presumano essere di barocco leccese. Annesso alla Chiesa di S. Maria Pura trovasi una fabbrica molto restaurata, che fu già ospedale tenuto dai “Fatebenefratelli” per il ricovero di militari ammalati nel XVIII secolo.
  • Chiesa Santa Maria degli Angeli – Il Convento, noto tra il popolo anche con il titolo del SS. Crocifisso, sorse a circa un miglio dal centro abitato intorno all’anno 1556, ad opera dell’Ordine dei Cappuccini. Va detto che sulla collina, il cui intorno fu sede di antichissimi insediamenti umani forse neolitici. Il Convento su due piani a base rettangolare con Chiostro originario del tipo frequente nei molti Conventi francescani del Gargano. L’ala Nord ed Ovest sono particolarmente ben conservate. Alla Chiesa, originariamente ad una sola navata, ne fu aggiunta un’altra all’atto della ricostruzione. La ricostruzione avvenne a spese del feudatario del luogo, Caracciolo. Molte opere d’arte nobili, specie olii su tela, sono conservate nella Chiesa. Vi si trova, tra le altre statue lignee, un celebre crocifisso opera di un intagliatore veneziano del XVII secolo. Grande suggestione esercitata una maestosa quercia plurisecolare che giganteggia sul sagrato della Chiesa. È una rara testimonianza dell’antica selva che una volta copriva l’intero territorio di Vico fino al mare.

 

  • Chiesa San Martino – Cappella piccola sotto il titolo di S. Martino, jus padronato del R.D. Biagio Altilia e consiste in una stanza coverta a tetto con astraco nel suolo, in testa della quale sta altare di fabbrica addetta al suddetto Santo, e vi celebra ogni giorno”, si legge così nella Relazione d’apprezzo del feudo di Vico redatta nel 1726 e pubblicata da Gennaro Scaramuzzo. A ridosso del palazzo Caracciolo è l’altare, sormontato da un’originale nicchia ogivale in pietra. Questo al tempo dell’arcivescovo Orsini “si mantiene coll’entrare del beneficio in essa esistente”. La chiesetta, costruita dentro le mura e dedicata ad un santo che ricordava di certo la terra di origine di qualche feudatario, è stata di recente restaurata. Non è tuttavia ancora adeguata e aperta al culto.

 

  • Chiesa San Nicola – Esistente al tempo della Santa Visita dell’Orsini, la chiesa “coll’unico Altare si mantiene colle proprie entrate provenienti da pie disposizioni”. Cinquant’anni dopo, nel 1726, essa consiste “in un vano bislungo coverto da soffitto di tavole dipinte e poi dal tetto”. È sede della Arciconfraternita del SS. Sacramento. Questa avrà certamente curato la costruzione dell’elegante portale. Nel suo armonioso equilibrio reso più elegiaco dal MEMENTO MORI tracciato sull’architrave.

 

  • Chiesa San Pietro – Da tempo immemorabile esisteva sul “Tabor” una cappella che divenne chiesa. Da documenti medioevali risulta essere la chiesa di San Pietro in Vico già celebre ai tempi dei Normanni. Molte donazioni furono fatte a questa chiesa la quale è nominata in un Breve di Papa Alessandro III del 1167; negli atti di conferenza di Clemente III del 7 ottobre 1197. La Chiesa fu trasformata, con terreno annesso, in cimitero extra moenia dal canonico vichese Pietro Finis nell’anno 1792. Fu il terzo cimitero d’Italia ad essere istituito fuori le mura di una città (dopo quelli di Pisa e Napoli). Andato in disuso il Cimitero, con il tempo, e, caduta in rovina la chiesa. Rimessa in pristino con un vasto restauro reintegrativo che ha cercato di riprodurre la forma originaria e mantenere in essere quanto ancora esistente. Sul colle ove sorge la Chiesa furono ritrovate, all’atto della costruzione del moderno Istituto di S. Pietro, importanti reperti di tombe antiche tra cui lo scheletro di un guerriero di notevoli proporzioni.

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Scritto da: , giovedì - 12 aprile, 2012
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